La sperimentazione degli ultimi mesi ha dimostrato il reale valore di questa modalità di lavoro. La virtualità, e la distanza fisica dai colleghi e dall’organizzazione, pongono una serie di criticità che il management deve però considerare attentamente.
Situazioni di tensione tra colleghi rischiano di compromettere le performance aziendali e l’energia positiva di un team, fino ad arrivare a situazioni limite di ansia e depressione per i singoli lavoratori, quindi, la gestione di situazioni conflittuali in contesti di lavoro è un tema di primaria importanza.
Smart Working: come gestire i conflitti?
I conflitti sono inevitabili in contesti in cui vi è una frequente interazione tra persone che, per lo svolgimento del proprio lavoro, dipendono le une dalle altre. Tuttavia, ognuno risponde in maniera diversa a tali tensioni, a seconda della propria personalità, propri valori, esperienze pregresse maturate in altri contesti e che indirettamente influenzano la sfera lavorativa.
Corporate Culture
La cultura aziendale ( Corporate Culture: tutti quei comportamenti, quei credo e quei valori che accomunano tutti i dipendenti, collaboratori e leader operanti in una medesima organizzazione ), assume un ruolo di primo piano, in quanto in grado di incentivare e premiare comportamenti collaborativi tra le persone.
Gli smart workers si concentrano sulle attività assegnate e si interfacciano con un numero limitato di persone che svolgono task interdipendenti. La distanza fisica può tradursi in “distanza psicologica”, che rende emotivamente distaccati dai colleghi.
Analogamente ai modelli di lavoro tradizionali, i lavoratori smart possono sperimentare tensioni dovute ad una scarsa chiarezza circa ruolo, attività da svolgere e responsabilità nonché a pressioni e carichi di lavoro eccessivi che generano stress e ansia. Alcune tensioni possono derivare dall’estensione della dimensione lavorativa a quella privata e dalle incapacità dei manager di instaurare un clima di collaborazione.
E’ auspicabile facilitare ed incentivare il dialogo costante con i colleghi, utile per ottenere una soluzione che soddisfi le aspirazioni di tutti, tenendo conto di priorità e preferenze individuali. Questo approccio si è rivelato risolutivo, in quanto la conflittualità non resta latente evitando che il lavoratore sperimenti periodicamente cicli di tensione.
Queste riflessioni ribadiscono l’importanza di non gestire con improvvisazione la fase di transizione definitiva allo smart working.
Employer branding
E’ necessario un preliminare sforzo di riprogettazione dei processi e delle pratiche aziendali affinché lo smart working si realizzi con successo e possa diventare una leva strategica di employer branding, cioè la valorizzazione dell’azienda come luogo ideale in cui si lavora, che ha come obiettivi quello di trattenere i migliori talenti, ma al tempo stesso di attrarne di nuovi.
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