work life balance

Come supportare il work life balance dei propri collaboratori

L’equilibrio tra impiego lavorativo e vita privata – ovvero il work life balance – è un ambito che negli ultimi anni si assottiglia sempre di più. Molti lavoratori, tra quelli che tradizionalmente non lo erano, si ritrovano a gestire lo smartworking, e per chi non è o non era abituato, potrebbe non essere semplice.

E questo può essere vero anche ad alti livelli: resta agli annali di Internet il video del professor Robert Kelly che, in videoconferenza con la Bbc, si ritrovò con la stanza invasa dai figli giocherelloni, un momento sicuramente tenero ma non privo di imbarazzi.

Work life balance: cos’è?

Il work life balance è appunto l’equilibrio tra il lavoro che si svolge e la vita privata, quel confine molto problematico che ci porta a porci numerosi interrogativi: cosa possiamo raccontare del nostro mestiere in casa? Quali preoccupazioni – tra quelle gravi – potremmo portare sul luogo di lavoro? Possiamo interrompere una riunione se a nostro figlio è capitato qualcosa che ci impensierisce? O al contrario possiamo interrompere un gioco con i nostri bimbi se riceviamo una chiamata di lavoro fuori dall’orario? Rispondere a queste domande significa dare a noi stessi la cifra di questo equilibrio.

Nella ricerca dal titolo “Vital work life balance statistics: the difficult importance of maintaining it” di Abby McCain si spiega che talvolta l’assenza di questo equilibrio è legata al nostro essere iperconnessi, che è una caratteristica della nostra contemporaneità. Tuttavia dallo studio emerge come

  • il 60% degli intervistati crede sia importantissimo un buon work life balance;
  • il 77% dei dipendenti ha subito la sindrome da burnout almeno una volta nell’ambito dell’occupazione attuale;
  • il 72% degli occupati crede che il work life balance sia una discriminante quando si cerca un nuovo lavoro;
  • il 43% delle persone in smartworking lavora oltre 40 ore a settimana, più di un collega in sede;
  • il 62%degli intervistati trova che siano alcuni aspetti del lavoro a interferire con la work life balance.

I benefici di un equilibrio tra lavoro e tempo libero

Quando il work life balance è ottimale, i benefici si registrano eccome, e in termini di:

  • stress inferiore. Avere tempo libero per la famiglia, gli amici, i propri hobby o anche solo il proprio riposo influisce positivamente sulla quantità di stress da lavoro che potenzialmente potremmo subire;
  • salute maggiore. Perché chi è più sereno, ha tempo libero, non trascura le visite e gli screening periodici, oltre a condurre un’alimentazione più sana e fare più esercizio fisico;
  • più efficienza sul lavoro. Un lavoratore più soddisfatto e rilassato è una persona che cercherà di mettere più impegno in quello che fa, e anche più entusiasmo;
  • maggiori capacità di problem solving. Lo stress può infatti influire negativamente sul modo in cui prendiamo le decisioni giuste.

I rischi di un work life balance scorretto

Il rischio di un cattivo work life balance è la sindrome da burnout, che è una malattia mentale che colpisce le persone che non riescono a far fronte alle continue o esagerate richieste dei capi nel proprio lavoro.

Il burnout può comportare alienazione, riduzione dell’empatia, ma anche ansia, attacchi di panico, depressione, fino alla deriva degli abusi di sostanze, come alcol e droghe.

Come supportare il work life balance dei collaboratori?

1. Orari più rigidi o più flessibili

È difficile operare una generalizzazione quando parliamo di work life balance. Però possiamo dire che intervenire sugli orari di lavoro può rappresentare una prospettiva interessante, tanto più che in diverse parti del mondo si moltiplicano gli esperimenti sulla settimana corta. Per cui, in base alle esigenze del singolo occupato, si potrebbe pensare di optare per orari più rigidi (nel senso che oltre un determinato orario non ci dovrebbe essere nessun ingerenza lavorativa), oppure più flessibili (quindi fissando un monte ore settimanale, da gestire nei momenti del giorno in cui ogni persona dà il suo meglio).

2. Una maggiore valorizzazione per le ore extra

Per chi è in smartworking diventa spesso automatico svolgere ore lavorative extra per la stessa paga o addirittura gratis. Tuttavia la situazione potrebbe migliorare nel momento in cui queste ore extra vengono valorizzate non solo dal punto di vista umano, ma anche e soprattutto dal punto di vista del riconoscimento economico.

3. Un aiuto in più

A tutti può servire una mano dal punto di vista professionale. Ma come si fa quando si è in basso nella piramide aziendale oppure si è in smartworking? Da Segretaria.me giunge un’ottima soluzione: la segretaria virtuale. Il servizio consente di avere un’assistente virtuale che gestisce la propria agenda e migliora vistosamente la qualità della vita di coloro che vi ricorrono, in termini di tempo, di spazi e di efficienza.

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